Ci sono posti che non puoi far altro che definire luoghi del cuore.
Succede a volte con dei posti che visitiamo in viaggio. Posti che ti dicono qualcosa. Non solo perché magari sono obiettivamente belli. Magari solo perché hanno un’atmosfera particolare che sentiamo affine al nostro modo d’essere.
Capita anche con gli alberghi e le camere che ci ospitano. In alcune ci sentiamo subito a nostro agio. In altre ci sentiamo fuori posto.
Succede, a volte, con le case. Che appena le vedi, incredibilmente, senti che hanno il potenziale per diventare uno dei luoghi del cuore.
Non sempre sono perfette, anzi. Nella mia esperienza, mi sono sempre perdutamente innamorata delle case che avevano più difetti a livello pratico. Della nostra casa sulle colline bolognesi ci siamo invaghiti subito, sia io che mio marito, pur vedendola in momenti diversi. Ma quanti difetti che aveva! Così tanti che abbiamo continuato a vedere case per mesi perché non volevamo proprio prenderla in considerazione. Finché ci siamo resi conto che, nonostante i tanti difetti, nessuna casa, anche la più funzionale, reggeva il confronto.
Forse era il suo fascino antico, forse la vista sulle colline. Fatto sta che ci siamo scervellati per trovare soluzioni almeno ad una parte dei difetti. E alla fine abbiamo scelto proprio lei.
Ancora oggi, dopo 10 anni, nonostante i suoi difetti, la sentiamo come la nostra casa, sicuramente uno dei luoghi del cuore. Che quando entri ti senti davvero al sicuro. E quanto è stato importante nel lungo periodo della quarantena! La nostra casa non è mai stata una prigione, ma una tana calda e protettiva.
Allo stesso modo ci siamo innamorati di una piccola casetta in Calabria, terra di origine di mio marito a cui, pur essendone lontano da tanto, si sente ancora profondamente legato.
Un piccolo rustico ad un piano su una collina affacciata sul mare. Con il suo piccolo uliveto.
Un rustico inagibile e piccolo, da buttare giù e ricostruire. Ma appena avevamo imboccato il sentiero, circondati da ulivi secolari e fichi d’India e l’avevo intravisto fra le fronde degli alberi, avevo sentito un sussulto al cuore. Amore a prima vista, colpo di fulmine.
Mi ero immaginata a scrivere in quella casa, mentre guardavo il mare in lontananza. Mi ero vista a curare gli ulivi. E solo a immaginare di possedere degli ulivi secolari mi erano venuti i brividi. Perché da sempre credo che ci sia così tanta poesia nei loro tronchi vissuti.
E gliel’avevo detto subito a mio marito: che se proprio ci teneva ad avere una casina in Calabria, era quella giusta. Quella volta non c’era stato nemmeno bisogno di vedere altre case per rendercene conto. Avevamo sentito subito, entrambi, che anche quello sarebbe diventato uno dei luoghi del cuore. Tanto da averla acquistata da lontano dopo quella prima visita da mezz’ora.
Sono passati quasi due anni da allora. Perché anche in questa casa non c’era niente di facile.
Ma la sera di Natale ci abbiamo dormito per la prima volta. Ci siamo svegliati guardando il mare. Alla sera ci siamo riscaldati davanti ad un camino ancora da completare. Abbiamo fatto colazione senza tavolo. Abbiamo iniziato a conoscere i nostri ulivi, a memorizzare le loro forme tutte diverse. Ci siamo incantati a guardare le mille sfumature del mare che cambiano di ora in ora. Abbiamo rivolto i nostri visi verso il sole caldo. In questo inverno calabrese così incredibilmente mite.
Sto scrivendo qui questo articolo e questo luogo si conferma perfetto per scrivere. E per continuare a seguire i miei progetti che si sono realizzati quest’anno.
E io già penso che sarà difficile separarmene fra 10 giorni.
Per fortuna che ad aspettarmi ed accogliermi c’è un altro dei nostri luoghi del cuore.
Federica, Italia